L’OPERA
Invader – Full Little Big Space – First Edition – 2019
L’opera dell’artista Invader, Full Little Big Space è una litografia in rilievo a tre colori che raffigura per intero l’alieno iconico ripreso dal videogioco arcade del 1978 Space Invaders.
In Full Litte Big Space, Invader per riuscire a rappresentare a pieno i pixel delle grafiche dei primi videogiochi, utilizza la tecnica del mosaico presente anche nei suoi interventi urbani: dalla prima installazione parigina del 1998 ad oggi, Invader ha operato in più di 60 città in tutto il mondo, “invadendole” con gli inconfondibili alieni del videogioco Space Invaders.
Simbolo di un’intera generazione e dell’ascesa delle tecnologie digitali negli anni Ottanta, Space Invaders (1978) è diventato la principale fonte di ispirazione per lo street artist francese. I suoi interventi sono così riusciti ad alterare l’ambiente urbano con icone presenti nella memoria collettiva e nell’immaginario delle generazioni più giovani.
L’opera è stata realizzata nel 2019 e misura 43 x 51 cm incorniciata. È in edizione limitata di 100 esemplari e reca in originale la firma dell’artista insieme alla numerazione.
Invader, Full Little Big Space: Prezzi e Quotazioni
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L’ARTISTA: INVADER
Invader: Biografia dell’artista
Nato a Parigi nel 1969, lo street artist Invader è noto per le sue opere a mosaico che richiamano i personaggi del noto videogame Space Invaders e che hanno invaso le città di tutto il mondo.
Ha studiato a Parigi all’École des Beaux-Arts e lavora in incognito, principalmente di notte e mascherato. È cugino dello street artist Mr. Brainwash (Thierry Guetta) ed è apparso nel documentario del 2010 Exit Through the Gift Shop, diretto da Banksy con protagonista Mr. Brainwash a fianco di street artist come Shepard Fairey (Obey) e Banksy stesso.
Invader dà inizio alla sua carriera nel mondo della street art negli anni Novanta con il primo mosaico installato a Parigi nel 1998. Negli anni successivi estende il raggio d’azione del suo operato e “invade” altre 31 città francesi per poi passare ad interventi anche al di fuori della Francia, come a New York, Hong Kong, Los Angeles e Tokyo. Oggi si contano più di 60 città in cui sono visibili le sue opere e in Italia sono note le invasioni di Roma e Ravenna.
Invader ha tenuto mostre personali in gallerie d’arte a Parigi, Osaka, Melbourne, Los Angeles, New York, Londra e Roma. Ha esposto alla 6a Biennale d’Arte Contemporanea di Lione (2001), al Borusan Center for Culture and Arts di Istanbul (2003), al MOCA di Los Angeles (2011) e all’Urban Nation Museum di Berlino (2017).
Space Invader: Street Art vs Videogames
Definito dall’artista “il gioco che dà più dipendenza a cui abbia mai giocato”, il videogioco arcade Space Invaders esce nel 1978 in Giappone e si diffonde velocemente in tutto il mondo riscuotendo un enorme successo e diventando il simbolo di un’intera generazione. Lo street artist Invader lo sceglie proprio perché simbolo della sua generazione e dell’ascesa dei videogiochi e delle tecnologie digitali negli anni Ottanta.
Con il primo intervento, lo street artist installa un mosaico riproduzione dell’iconico alieno pixellato, imitando con le piccole tessere in ceramica la grafica a 8-bit di Space Invaders. Ha così inizio la sua “invasione”: la sua opera è infatti concepita come un vero e proprio attacco da parte dei piccoli alieni che, localizzati in punti più o meno nascosti della città, è come se sfidassero il visitatore ad essere trovati.
Lo street artist ha inoltre prodotto cataloghi e mappe delle sue invasioni, in modo da fornire un guida per chi volesse scovare tutti i suoi invasori e in maniera simile anche il suo sito web offre una “world invasion map” con indicate tutte le città colpite dallo street artist.
Con Space Invader, street artist oggi tra i più richiesti e amati dal pubblico, gli iconici alieni del videogioco nipponico hanno invaso le città di tutto il mondo, alterando l’ambiente urbano e il patrimonio culturale con icone presenti nella memoria collettiva e nelle pratiche delle generazioni più giovani.
Tra gli interventi più vistosi dello street artist ricordiamo quello sulla lettera “D” della celebre insegna “Hollywood” in California.
Rubikcubism e altri progetti
Dal 2004, Invader realizza anche una serie di opere utilizzando esclusivamente i Cubi di Rubik. In un gioco di parole tra “Rubik” e “Cubismo” (il noto movimento artistico della prima metà del Novecento) la serie prende il nome di Rubikcubism: tramite un programma l’artista elabora la disposizione dei colori sui Cubi di Rubik necessari per ottenere l’immagine desiderata. I cubi vengono poi assemblati nello schema desiderato fino a ottenere un’immagine completa poi incollata su una tavola di supporto.
Le opere sono organizzate in tre serie: “Bad Men” (ritratti di cattivi famosi da Osama bin Laden ad Al Capone); “Masterpieces”, (dipinti iconici della storia dell’arte) e “Low Fidelity” (basata sulle copertine dei più famosi album della musica). Di “Masterpieces” ricordiamo l’opera, tra le più apprezzate di Invader, Mona Lisa raffigurante il celebre capolavoro del maestro Leonardo da Vinci.
Nel 2008 ha invece inizio la serie di Invader QR Codes. L’artista utilizza in questo modo l’innovativa tecnologia digitale installando mosaici in bianco e nero in grado di trasmettere messaggi a chiunque, armato di uno smartphone, voglia decifrarli. Senza alterare il messaggio, Invader nasconde nelle piastrelle che compongono il codice immagini degli iconici alieni, in continuità con l’invasione del suo progetto principale.
Le Opere di Invader da Deodato Arte
Per tutti gli amanti delle opere di Invader, Deodato Arte offre un’esclusiva selezione di opere dello street artist firmate in originale e provviste di certificato di autenticità.
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